Soledad di Maurizio De Giovanni

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Biografia dell’autore

Maurizio De Giovanni è nato a Napoli nel 1958. Scrittore, sceneggiatore e drammaturgo, è conosciuto, fra l’altro, per le serie del Commissario Ricciardi, dei Bastardi di Pizzofalcone e di Mina Settembre, pubblicate da Einaudi Stile Libero, e per la serie di Sara, pubblicata da Rizzoli. Dai suoi romanzi, sempre in vetta alle classifiche, sono state tratte fortunate fiction televisive. È tradotto in tutto il mondo.

Recensione

Incipit

Sono tornato!

Questa volta vi propongo le mie considerazioni sull’ultimo romanzo, finora pubblicato, con protagonista il commissario Ricciardi, personaggio creato da Maurizio De Giovanni e protagonista di una fortunatissima serie televisiva (come molti sanno, ambientata a Napoli).

Trama

1939. L’Italia si prepara a vivere l’ultimo Natale di pace, ma un omicidio squassa il ventre della città.

Quanta solitudine che c’è.

In Europa la guerra è cominciata, eppure da noi qualcuno si illude ancora che sia possibile tenerla fuori della porta. E poi sta arrivando la più bella delle feste, quella dove si mangia, si beve, ci si abbraccia, quella in cui ci si scambiano doni con le persone care; non bisogna avere pensieri tristi. La solitudine, però, la solitudine vera, è difficile da scacciare. Puoi essere solo perfino se stai in mezzo alla gente, se hai una famiglia, degli amici. Soprattutto puoi essere solo se decidono che sei diverso, magari perché non sai parlare, o perché ami persone del tuo stesso sesso. O perché, dicono, sei di un’altra razza. Anche Erminia Cascetta era diversa, a modo suo. Aveva troppa voglia di vivere, perciò l’hanno uccisa. In questo tempo che accelera verso l’abisso, spetta al commissario Ricciardi e al brigadiere Maione scoprire chi è stato.

La chiave di tutto, però, è sempre la solitudine. Che, a volte nemmeno lo sappiamo, ci siede accanto.

«Potessi parlarti, ti parlerei della solitudine del cuore. E della condanna che hai comminato, senza nessuna pietà, e senza avere idea di quello che stavi facendo. Potessi parlarti, ti direi che alla fine la colpa è tua. Ma non posso parlarti, giusto? No, non posso. Perché sei morta».

Cosa mi è piaciuto

Inizia con il botto, l’intero primo capitolo è molto emozionante, ha descritto con una sorta di monologo la solitudine, da qui il titolo del romanzo Soledad, sentimento che almeno una volta ognuno di noi ha provato dopo la perdita di una persona a noi cara.

Vi lascio due passaggi di questo primo capitolo.

Potessi farlo, ti parlerei di solitudine.

Che a pensarci è una contraddizione, perché se qualcuno parla con qualcun altro, allora non è solo, ti pare? Se si possono scambiare sguardi a sottolineare le parole, se si può gesticolare, cambiare il tono di voce per esprimere uno stato d’animo a sostegno di un concetto, che solitudine è?

E quindi no, non posso parlarne. Ma lo farei volentieri. Ti parlerei di solitudine.

E ti direi che è qualcosa di ben diverso da ciò che la gente pensa.

Potessi parlarti, ti parlerei della solitudine del cuore.

E della condanna che hai comminato, senza nessuna pietà, e senza avere idea di quello che stavi facendo.

Potresti parlarti, ti direi che alla fine la colpa è tua.

Ma non posso parlarti, giusto? No, non posso.

Perché sei morta.

Questo romanzo, oltre che accattivante e strutturato molto bene a livello della narrazione del caso d’omicidio, fulcro di tutto il racconto, l’ho trovato molto profondo. Ci permette di viaggiare nell’angoscia che Ricciardi sta attraversando dopo la morte dell’amata moglie e mamma della sua bambina.

Ci sono ancora, amore mio.

Ci sarò sempre.

Perché l’amore è troppo forte, troppo grande per interrompersi con una banalità come la morte.

La morte è solo un’interruzione del funzionamento di una macchina, non lo sai? Chi meglio di te può averne cognizione? La morte è un incidente, un fatto casuale e superficiale.

L’amore no.

L’amore è incanto, l’amore è musica.

L’amore è il contrario del silenzio.

E adesso, ti prego, occupati di lei.

Anche nel finale De Giovanni è stato capace di farmi emozionare, con queste poche righe

Ricciardi annusò l’aria, e sentì un alito di vento diverso e profumato.

Sorrise alla notte, e disse: buon Natale, amore.

La notte gli rispose: buon Natale, amore mio.

Cosa non mi è piaciuto

L’unico appunto negativo che ho trovato, se così si vuol definire, è che se non si sono letti i romanzi o viste tutte le serie TV con protagonista Ricciardi (come è successo a me) ci si ritrova spaesati nel leggere le storie di ogni singolo personaggio fisso della serie.

Le mie considerazioni e valutazioni finali

Come ogni romanzo letto sinora di Maurizio De Giovanni, anche questo è stato una piacevolissima lettura.

A questo punto non mi resta che augurarvi… buona lettura!

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