La logica della follia di Claudio Calabrese

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Biografia dell’autore

Claudio Calabrese nasce a Bari nel 1971 ed è un ingegnere.

Per circa vent’anni ha svolto la professione prima al servizio di aziende multinazionali e nazionali dei settori meccanico ed edile, poi in qualità di Consulente della Procura della Repubblica di Bari e del Tribunale Civile e Penale del medesimo capoluogo in incidentistica stradale mortale.

Dopo il clamoroso successo del suo primo thriller con protagonista l’ispettore della Squadra Omicidi barese Andrea Pantaleo, Claudio Calabrese ha abbracciato la professione di scrittore a tempo pieno.

Ha scritto 20 romanzi che lo hanno fatto conoscere in tutta Italia e all’estero (Francia, Portogallo, Spagna, Olanda, Germania, Inghilterra, Stati Uniti, Brasile e Australia) con oltre 110.000 copie vendute.

Recensione

Incipit

Sono tornato!

Questa volta vi propongo le mie considerazioni sul primo romanzo con protagonista l’ispettore barese Andrea Pantaleo, dell’autore Claudio Calabrese.

Trama

Bari, dicembre 2009. Il ritrovamento del cadavere vilipeso di una donna nel parco cittadino di Largo 2 Giugno e l’esecuzione, a soli due giorni dal Natale, di tre uomini nel centro di Bari, catapultano il giovane ispettore Andrea Pantaleo in una doppia indagine dagli esiti imprevedibili.

A chiamarlo sul posto del triplice omicidio è il vicequestore aggiunto Gianrico Salvemini, un uomo con delle ombre nel suo passato.

Un sottile filo rosso unisce i morti del presente a quelli di un incubo iniziato molti anni prima a Genova.

Una lunga catena di morte che solo Andrea Pantaleo, l’ispettore venuto dalla strada e cresciuto divorando i romanzi di Sherlock Holmes ed Ellery Queen, può riuscire a spezzare.

Cosa mi è piaciuto

Si potrebbe considera un romanzo a km 0, questa mia considerazione perché scrittore, ambientazione e editore sono di Bari.

Un aspetto che apprezzo sempre molto è la presenza di capitoli brevi, cosa che in questo romanzo ho avuto il piacere di trovare e apprezzare.

Sempre in riferimento ai capitoli ho trovato interessante e molto apprezzato la scelta di intitolare i capitoli con il giorno, il luogo e soprattutto l’orario nel quale si svolge quella determinata scena.

Tutti questi aspetti insieme hanno reso la lettura piacevolissima.

Mi sono innamorato sin dalle prime righe del protagonista l’ispettore Pantaleo, per il suo modo di fare molto schietto, anche con l’utilizzo qualche volta di espressioni dialettali (con relativa traduzione a piè di pagina).

Vi riporto due momenti diversi della storia che a me hanno fatto nascere uno stato di angoscia durante la lettura.

Quell’attenzione così morbosa non era prevista, né prevedibile. Marta Villoresi si sentì a disagio. Nell’arco di attimi, il disagio divenne fastidio, e infine timore. Silenzioso, strisciante. Avvertì un senso di paura a correrle sottopelle. E di nuovo quel brivido, profondo, lungo la schiena. La casa si era d’improvviso ricoperta di una campana di vetro.

Gli unici rumori, i battiti dei loro cuori. La donna si sforzò di restar calma. Non c’era ragione per agitarsi. O meglio, non ancora. Si avvicinò con indifferenza alla porta d’ingresso. Le mani tremanti testimoniavano il suo senso di precarietà, mentre lei per non darlo a vedere stringeva con forza allo strofinaccio da cucina che s’era portato appresso. Tentò di mantenere convincente il suo sorriso di circostanza, ma le labbra non reagivano, lasciando intravedere un velato malessere, capace di pietrificarla. Nessuno le aveva fatto provare nulla di simile. Solo quell’uomo ne era stato capace. Come quando lo aveva incontrato giorni prima all’uscita dal Parco Gropallo. Arri’ lo intuì subito.

Non serviva fissarla oltre per convincersene. Era colpa sua. Unicamente colpa sua. L’uomo tentenno ancora per qualche attimo.

Alcune gocce di sudore freddo gli attraversarono la fronte, scendendo lungo le tempie. Per alcuni istanti il respiro si fece pesante. E faticoso, come un rantolo. Aveva la sensazione che un’enorme macigno si fosse poggiato sul suo petto, schiacciandolo sempre di più, a ogni attimo che passava.

Si appoggiò a peso morto sulla sedia. Doveva informare la sua squadra di quell’inatteso sviluppo, ma non aveva ancora la forza di alzarsi. Le mani erano ghiacciate.

Cosa non mi è piaciuto

Per trovare il pelo nell’uovo, l’unica cosa che ho apprezzato meno è stata una scena verso il finale, che da amante del genere thriller e giallo, ho trovato troppo scontata. Per evitare di fare spoiler, lascio a voi scoprire quale!

Le mie considerazioni e valutazioni finali

Claudio Calabrese è stato un’ottima scoperta e non vedo l’ora di leggere gli alti romanzi con protagonista l’ispettore Pantaleo e, come sempre, portare alla vostra attenzione le mie considerazioni.

Complimenti Claudio Calabrese!

A questo punto non mi resta che augurarvi… buona lettura!

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