Puzzle di Franck Thilliez

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Biografia dell’autore

Franck Thilliez è nato ad Annecy, è un ingegnere informatico. Nel 2004 pubblica il suo primo libro Train d’enfer pour Ange rouge. Ha vinto i premi Les Prix des lecteurs « Quais du Polar » 2006 e Prix SNCF du Polar 2007 con il libro La Chambre des morts. Giallista di grandissimo successo, i suoi libri hanno venduto un totale di sette milioni di copie e nel 2021 è stato tra i tre autori più venduti in Francia in assoluto. Attualmente vive tra Pas-de-Calais, Antille e Guyana. Fazi Editore ha pubblicato Il manoscritto nel 2019, Il sogno nel 2020 e C’era due volte nel 2021.

Recensione

Incipit

Dopo svariati mesi di assenza rieccomi qui nel proporvi l’analisi di un nuovo romanzo appena finito di leggere.

Raramente mi capita di restare deluso da una scelta fatta in libreria, dopo un’attenta lettura della trama e decisione tra vari libri tra i quali scegliere.

Ma purtroppo questa è una di quelle volte. Titolo, trama e giudizi in terza di copertina mi hanno convinto a scegliere questo titolo. Le mie aspettative però sono state in parte deluse, non lo boccio ma neanche lo promuovo a pieni voti.

Il perché di questa mia delusione ve lo lascio scoprire nella lettura della mia recensione.

Trama

Lucas Chardon è rinchiuso in un ospedale psichiatrico e per la prima volta chiede di raccontare come sono andate le cose il giorno in cui la sua vita è cambiata per sempre. Quel giorno, la polizia ha rinvenuto otto cadaveri trucidati in un rifugio. Insieme a loro c’era lui, in lacrime, ricoperto di sangue e privo di memoria. Altrove, Ilan Dieduset riceve una telefonata: è la sua ex ragazza, Chloé. Dice di aver trovato l’ingresso a Paranoia, un ambitissimo gioco di ruolo gestito da un’entità misteriosa: tutti lo stanno inseguendo, ma nessuno conosce le regole. Ilan è stato un giocatore compulsivo, in passato, e la tentazione è troppo forte. Dopo un inquietante processo di selezione, Ilan e Chloé, insieme ad altri sei candidati, vengono convocati in un ospedale psichiatrico in disuso isolato tra le montagne. Regola numero uno: niente di quello che stai per vivere è vero; questo è un gioco. Regola numero due: uno di voi morirà. La partita comincia e, quando il gruppo inizia a sospettare la presenza di un intruso, la paranoia prende lentamente corpo. Con il passare delle ore, la competizione assume forme sempre più perverse, in una sorta di folle e angosciante meccanismo. Dove finisce il gioco e dove comincia la realtà? Chi accetterebbe di morire per un gioco?

Cosa mi è piaciuto

Ho apprezzato tantissimo l’ambientazione nel manicomio abbandonato, il quale ha sempre un suo fascino inquietante, e anche gli analogismi più o meno velati a Squid Game e ad Hunger Game.

Un altro aspetto che mi è piaciuto tanto è il continuo dubbio, che hanno dovuto vivere tutti i concorrenti a questo “gioco”: reale o inventato?

Fino a metà non mi ha convinto: il ritmo troppo blando mi ha portato a rallentare nella lettura e più di una volta a non completarlo e passare ad un altro romanzo. Devo dire però che dopo il ritmo è aumentato e, anche se qualche aspetto non ha trovato il mio gradimento (ne parlerò meglio nel prossimo paragrafo), ho concluso la lettura del libro aumentandone il suo voto finale.

Per mio gusto personale un thriller che si rispetti deve avere anche scene forti. Anche qui ne ho trovata una in particolare che vi lascio qui di seguito:

Si mise a esplorare gli alloggiamenti restanti. Forse c’erano altri cigni da collezionare?                                                                                              Per poco non cadde a terra quando aprì il quinto all’altezza del suo torace.                                                                                                                              Si trovò davanti due grosse suole grigie.                                                                     La stanza fu invasa da un odore di putrefazione.                                                       Si portò una mano alla bocca, il caffè gli risaliva in gola. Trattenne il fiato e aprì del tutto il cassetto tirando con entrambe le braccia.                                          La massa flaccida apparve in uno stridio di ingranaggi scorrevoli. Il cassetto si bloccò facendo leggermente vibrare i rotoli di grasso di quel corpo che indossava solo scarpe da trekking blu, numero 46.

Del finale non posso dirvi molto per non rovinarvelo. Vi dico solo che si tratta di un finale a sorpresa e lascia anche con l’idea che ci possa essere un seguito.

Cosa non mi è piaciuto

Gli aspetti che principalmente non mi sono piaciuti sono due.

Alcuni avvenimenti raccontati mi sono parsi troppo prevedibili e a mio avviso ho trovato lo stile di scrittura più cinematografico, che adatto ad un romanzo.

Le mie considerazioni e valutazioni finali

Mettendo da parte i pregi e i difetti elencati sopra, questo libro mi ha portato a riflettere sulla nostra società, pronta a tutto anche mettendo a repentaglio la propria vita e quella degli altri, per il mero denaro.

Questo a me personalmente fa paura. A voi no?

A questo punto non mi resta che augurarvi… buona lettura!

/ 5
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