Ultimo Sangue di Diego Di Dio

Biografia dell’autore

Diego Di Dio è uno scrittore, editor, docente di scrittura e di editoria, è fondatore dell’agenzia letteraria Saper Scrivere.

Ha pubblicato diversi racconti con il Giallo Mondadori e Delos Digital, ricevendo anche la menzione d’onore al Gran Giallo di Cattolica 2014. Con Fanucci, invece, ha pubblicato il suo romanzo d’esordio, Fore Morra.

Ultimo Sangue è il suo primo romanzo con La Corte.

Recensione

Incipit

Questo è l’ultimo romanzo che ho acquistato al BookPride di Milano, tenutosi a marzo.

Quando mi sono imbattuto nello stand dell’editore La Corte, attratto perché pieno di romanzi del genere thriller (uno dei generi che preferisco leggere) ho subito chiesto consigli alle persone presenti nello stand e, visto che cercavo un thriller italiano di un giovane scrittore, mi hanno caldamente consigliato Ultimo Sangue.

Devo dire che si è trattato di un ottimo consiglio.

Ed ora sono qui a proporvi, mie care lettrici e cari lettori, la mia recensione.

Trama

Alisa e Buba sono due sicari professionisti. Lavorano spalla a spalla nella Napoli in cui si consuma una guerra taciturna tra due imperi criminali.

Quando don Luigi e suo figlio Gabriele vengono brutalmente uccisi, però, tutto cambia. Donna Teresa, ora vedova e assetata di vendetta, assolda i due killer per porre fine, una volta per tutte, all’intera vicenda. La boss del crimine ha una missione per loro: trovare e ammazzare la figlia di don Pasquale, responsabile di aver ordito il piano che ha portato allo sterminio della sua famiglia.

In questo mondo di corruzione, fatto di armi e incline ai tradimenti, si muovono Alisa e Buba, che nel frattempo devono fare i conti con un passato dal quale non vorrebbero fare altro che fuggire.

Perché non sono solo assassini. Sono due sopravvissuti.

E in una realtà divorata dall’odio e consumata dal desiderio incontrollabile di potere, sanno che possono fidarsi solamente l’uno dell’altra.

Ma sarà sufficiente?

Un’ultima missione, un’ultima rivincita, un ultimo sangue.

Un noir dalle tinte fosche e crude, catapultato nello scenario decadente di Castel Volturno. Un romanzo sull’odio, sull’amore, sul desiderio di vendetta.

Cosa mi è piaciuto

Le prime righe del prologo sono soft e anche romantiche, raccontando una storia d’amore. Poi nel finale, cambiando registro, lo scrittore, decide di far capire al lettore a cosa andrà incontro, trasformando la storia d’amore in tragedia.

Vi lascio lo spezzone del prologo nel quale avviene il primo uso della violenza di tutto il romanzo.

Una fitta gli si aggrappa alla pancia come un morso, sembra squarciare ogni tessuto. Franco ha il tempo di portarsi una mano al ventre e di vedersela sporca di sangue. Quindi barcolla e si volta verso Paola. Un altro sparo.                                                                                                               Stavolta il proiettile lo becca alla schiena, spezzandogli il fiato.            Cade carponi, il corpo un concerto di fitte. Una presa micidiale gli artiglia i muscoli tra petto e schiena, stracciando le ossa e i tessuti. Vorrebbe gridare, ma non ha voce. Vomita un fiotto di sangue, prima di alzare lo sguardo e vederla.

Già dal prologo si capisce che si tratta più di un noir piuttosto che di un thriller.

L’intero romanzo è scritto in prima persona, nel personaggio di Alisa, la donna della coppia di killer professionisti (particolare la scelta di raccontare la stria dal punto di vista dei “cattivi” invece che nei panni della polizia. L’ho trovata una scelta molto interessante), tranne in alcuni capitoli, nei quali viene raccontata una storia parallela ai fini della trama principale, usando la terza persona.

Anche nel finale viene usata la terza persona da Di Dio, il motivo ve lo lascio scoprire da soli.

Devo fare dei grossi complimenti all’autore che con la sua scrittura semplice e diretta, anche grazie alla scelta di scrivere in prima persona, e per giunta nei panni di una donna, essendo lui un uomo, mi ha permesso di seguire tutta la storia attraverso gli occhi di Alisa.

L’uso di linguaggio crudo, volgare e l’inserimento di parole dialettali napoletane, anche per come vengono descritti gli scontri a fuoco, forse non lo fanno essere un romanzo per tutti, ma tutto questo, a mio avviso, lo rende pienamente coerente con l’ambientazione di tutta la storia.

Oltre tutti questi aspetti, appena descritti, mi sono molto piaciuti i ringraziamenti finali. Li ho trovati molto toccanti e sembrano quasi un altro capitolo del romanzo.

Cosa non mi è piaciuto

Ad un romanzo al quale mi sento di dare 5 stelle meritatissime, non sono riuscito a trovare nessun aspetto che, anche in minima parte, non mi sia piaciuto.

Ancora complimenti Diego Di Dio!

Le mie considerazioni e valutazioni finali

Questa lettura mi ha fatto riflettere prendendo spunto da questa frase, detta da Alisa, contenuta nel romanzo

Ho sentito  dire spesso che il bene e il male non esistono: sarebbero concetti astratti, puerili, elaborati dall’uomo.                                                          Stronzate.                                                                                                                 Il bene e il male esistono, e sono due stanze contigue, divise da una porta spalancata.                                                                                                        Il bene e il male esistono, e la distanza che li separa non è un abisso, ma un passo.                                                                                             Ognuno di noi nasce su quel passo.

Spero e auguro a Diego Di Dio, di poter vedere un giorno, non troppo lontano, questo romanzo riproposto in film per il cinema.

A questo punto non mi resta che augurarvi… buona lettura!

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